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La Sala Sciuti
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Fig. 01 - La Sala Sciuti
Nel 1875 la Deputazione provinciale di Sassari bandì un pubblico concorso “fra tutti i pittori frescanti d'Italia” per la decorazione della “gran sala” delle riunioni del Consiglio.
Fu deciso che l'episodio storico da rappresentare avrebbe dovuto essere l'entrata a Sassari di Giommaria Angioy del 1796. Il soggetto simboleggiava embleticamente il rapporto, spesso conflittuale, che legava la città alle “ville” del territorio circostante.
L'Accademia di San Luca di Roma, con 16 voti su 20, scelse il bozzetto di Giuseppe Sciuti. Era proprio il periodo in cui il pittore di Zafferana Etnea, allora quarantenne, si avvicinava a quelle nuove tendenze che intendevano combinare le nascenti esigenze di realismo con le tematiche tipiche delle raffigurazioni storiche del romanticismo. In quegli anni le decorazioni pittoriche dei nuovi edifici pubblici dovevano assolvere due compiti importanti: celebrare i fasti della storia nazionale e contemporaneamente valorizzare la storia locale, rievocando il passato e giustificando il presente.
Le opere dello Sciuti si inseriscono in questo filone artistico, primo esempio in Sardegna del grande ciclo pittorico civile.
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